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Caffè Ricor-Dare: un anno di cura e comunità a Pavia

“Un porto sicuro”: un anno di Caffè Ricor-Dare, tra memoria, affetti e accoglienza

“Quando entri qui, capisci che non sei più sola.”
Le parole di una caregiver aprono il cuore, e raccontano con semplicità ciò che il Caffè Ricor-Dare è diventato in un anno: un rifugio caldo e umano, dove la fragilità non è un limite, ma un punto di partenza per ritrovarsi, condividere, essere accolti.

Chi convive con la demenza – da vicino o da dentro – sa quanto possa essere disorientante, faticoso, a volte silenziosamente doloroso. Il Caffè Ricor-Dare nasce proprio per questo: per offrire un luogo in cui sentirsi al sicuro, dove la persona non si riduce alla diagnosi, e il familiare non si sente più invisibile

UN ANNO VISSUTO INSIEME

Ogni settimana, persone con danno cognitivo e i loro “cura-cari” si sono ritrovati per parlare, ridere, ascoltare musica, fare attività creative, stimolare la mente… e il cuore.
Con la guida attenta e sensibile della psicologa Elena Cutillo e l’educatrice Francesca Metelli, i gruppi hanno lavorato sul senso di appartenenza, sulla possibilità di aprirsi e stare bene insieme, sul diritto a prendersi cura – e a essere curati – con dignità.

“Non ci giudica nessuno, qui possiamo essere come siamo.”
“Finalmente ho visto mia madre ridere di nuovo.”
“Ogni volta usciamo più leggeri, anche quando ci portiamo addosso il peso della malattia.”

Parole raccolte nel video proiettato durante la festa del 27 maggio, che ha celebrato un anno di cammino condiviso. 

Una festa intima, commossa, piena di gratitudine. I partecipanti hanno raccontato in cerchio cosa rappresenta per loro il Caffè: uno spazio di respiro, di relazione vera, di vita.

Francesca Metelli - Conduttrice del gruppo persone con disturbo cognitivo
Elena Cutillo - Conduttrice gruppo Care Giver

Le persone al centro

Alla guida del progetto, Karin Keller, vicepresidente del Consorzio Domicare e “anima vivace” del Caffè, che ha sognato e concretizzato un luogo in cui la cura non è mai tecnica senza rispetto e tenerezza. Con lei, le due coordinatrici, i volontari di ADMA Pavia, il musicoterapeuta e le tante persone che ogni settimana rendono questo posto unico.

Non è solo un servizio. È una comunità che accoglie, abbraccia, accompagna.

il momento i n cui viene mostrato il video

Nel video realizzato per l’occasione, la voce delle famiglie risuona forte. Non numeri, ma storie. Non bilanci, ma legami. Non distanze, ma prossimità.

La demenza resta, ma cambia il modo di viverla: non più nel silenzio e nell’isolamento, ma nella condivisione e nella presenza reciproca.

Un invito a chi ancora non conosce il Caffè

Se stai vivendo l’impatto della demenza nella tua famiglia.

Se senti il peso quotidiano della cura, del non sapere a chi rivolgerti.

Se vuoi trovare un luogo dove tua madre, tuo padre, tuo marito o tua moglie possano esprimersi ancora, essere visti, essere parte di qualcosa

Ricor-Dare è qui per te.

Vieni a conoscerci, anche solo per un caffè e due parole.

Perché come ha detto una partecipante, “anche solo stare insieme, per un’ora, cambia tutto.”

Una rete che cresce insieme

Il progetto Ricor-Dare è promosso da Fondazione Mondino, ASP Pavia e Consorzio Domicare, finanziato da Fondazione Cariplo.

Alla festa hanno partecipato anche rappresentanti delle istituzioni locali, che hanno riconosciuto il valore del Caffè come esperienza concreta di sanità e comunità integrata, tra cui il direttore sanitario di Fondazione Mondino Daniele Bosone, Marco Dell’Acqua, consigliere di ASP Pavia, gli Assessori del Comune di Pavia Brendolise e Anfosso, il presidente dell’associazione dei familiari ADMA Pavia Gianluca Maffoni.